MAGAZÍN D'INVESTGACIÓ PERIODÍSTICA (iniciat el 1960 com AUCA satírica.. per M.Capdevila a classe de F.E.N.)
-VINCIT OMNIA VERITAS -
VOLTAIRE: "El temps fa justícia i posa a cadascú al seu lloc.."- "No aniràs mai a dormir..sense ampliar el teu magí"
"La història l'escriu qui guanya".. així.. "El poble que no coneix la seva història... es veurà obligat a repetir-la.."
25-08-2022 (637 lectures) | Categoria: Chio |
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Molto si è scritto e molto si scriverà su Cristoforo Colombo (in spagnolo: Cristóbal Colón; Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 - Valladolid, 20 maggio 1506) noto esploratore e navigatore italiano, la cui fama è indissolubilmente legata alla scoperta del continente americano avvenuta il il 12 ottobre del 1492.
Una delle cose più controverse è proprio la sua città di nascita. La tesi dominante e la più accettata, lo vuole genovese anche se non si è sicuri se nacque a Genova o in Liguria o in uno dei possedimenti della Repubblica dell’epoca. A Genova, nei pressi del Piano di Sant'Andrea si trova tuttora la casa nella quale il navigatore ha vissuto la sua infanzia e gioventù, assieme alla famiglia. (ci sono anche delle tesi che ne confutano la vera e propria esistenza: Cristoforo Colombo, la nascita, Verità storica e leggenda purista (Pier Costanzo Brio) o anche La vera identità di Cristoforo Colombo Osservazioni e congetture (Umberto Bartocci)
Il tema delle origini di Colombo è stato un tema affronato già nel XIX secolo. Segnalo su google book scaricabile il libro di Don Giovan Battista Spotorno del 1819: Dell’origine e della patria di Cristoforo Colombo
Non vi sono documenti che indichino esattamente la sua data di nascita, poiché all'epoca non si tenevano ancora registri ufficiali delle nascite e delle morti, i quali furono ordinati dal Concilio di Trento intorno alla metà del 1500. I genitori di Cristoforo furono Domenico, tessitore genovese, e Susanna Fontanarossa, figlia di lanaioli liguri.
Si presume che poco prima del 1445 Domenico sia partito da Terrarossa. Da un atto del Notaio Nicolò Raggio del 31 ottobre 1470 risulterebbe che Cristoforo a quella data avesse superato i 19 anni, quindi si potrebbe ipotizzare che sia nato nel 1450. Ma lo stesso Colombo in una sua lettera afferma di aver navigato per 23 anni prima di andare in Spagna: poiché egli andò in Spagna sul finire del 1484, la sua data di nascita sarebbe il 1447.
Più attendibile ancora è Andrè Bernaldez, un amico intimo di Cristoforo che ebbe la fortuna di ospitarlo in casa sua, reduce dal secondo viaggio, ed ebbe in dono dal navigatore vari importanti manoscritti; nella sua opera "Reyes catolicos" scrisse esattamente: "El qual dicho Almirante D. Christobal Colon… estando en Valladolid en el ano de 1506 en el mes de Mayo, muriò in senectute bona, inventor de las Indias, de edad de 70 años poco mas o menos." tradotto "Il quale detto Ammiraglio Don Cristoforo Colombo… trovandosi in Vagliadolid nell'anno 1506 nel mese di Maggio, morì in buona vecchiaia, scopritore delle Indie, in età di 70 anni poco più o meno". In base a queste parole il navigatore sarebbe nato nel 1436. Anche il Peragallo, amico di Genova, sostiene questa data di nascita. Cristoforo Colombo dunque è nato nel 1436-37 ed è morto nel maggio 1506.
Mentre a lungo anche la Spagna ha rivendicato i natali di Cristóbal Colón, riguardo alla pressoché certa origine italiana di Colombo sono state avanzate svariate ipotesi che indicherebbero come luogo di nascita tanto Savona o una località del savonese quanto altri paesi del genovese. Dalle sopraddette cronache portoghesi, esiste un riferimento ad un possibile luogo di nascita di Colombo, collocato nelle vicinanze di una località chiamata "Terrarossa". Esiste un'Isola Rossa in Corsica, che nel Quattrocento apparteneva al Dogato Genovese, ed almeno altre due città chiamate Terrarossa presenti in Italia. Esiste anche una località così chiamata a Chios.
Sono da segnalare in particolare la frazione Terrarossa del comune di Moconesi, in Val Fontanabuona, proprio alle spalle di Chiavari, che si dichiara da sempre luogo natale di Colombo; secondo altri studiosi, invece, il luogo di nascita di Colombo potrebbe essere individuato nel comune di Bettola nel Piacentino o in quello di Cuccaro Monferrato in provincia di Alessandria. Molti documenti anteriori alla disputa sul luogo natale di Colombo, relativa all'eredità indicano Cogoleto come città natale (come riportato sul monumento a Colombo): « CIRCA HAEC TEMPORA CHRISTOPHORUS COLUMBIS LIGUR COGORETIO REPERIT INDIAS OCCIDUAS CRONACA DI TAGGIA ANNO 1498».
Va aggiunto che, in "Atlas Novus Mercator", stampato ad Amsterdam nel 1638, la città di Cogoleto è identificata come Coguretto Christophori Columbi patria
Uno stemma della famiglia Colombo, diverso da quello abitualmente conosciuto, pubblicato dal quotidiano La Stampa di Torino il 9 ottobre 1929 e riportato dal «Codice delle Famiglie di Genova e loro origini», Fondo Regina di Svezia, XVI secolo, Biblioteca Vaticana di Roma, recita: «Colombi - Por reyno Castilla y por reyno Leonno. Mundo nuevo halio Colon - Tranno origine da Cogoreto, Quinto e Savona e vivono in Spagna li descendenti del Cristofaro, quali sono Prencipi e Signori di qualità - 1387. Domenico quondam Joanne de Quinto et filii qui sunt Christofaro, Bartolomeo, Giacomo: come in Atti di Gio. Gallo de Savona - 1492. Christofaro di Cogoreto fu valoroso in mare e trovò Terre nuove domandate le Indie per il Re di Spagna».
Da recenti fonti, secondo le ricerche della studiosa spagnola Marisa Azuara, risulterebbe che Cristoforo Colombo sia nato a Sanluri, in Sardegna, nell'anno 1436.
La data ed il luogo esatti della nascita e la genovesità del navigatore non sono peraltro affatto un mistero, esistono nell'Archivio di Stato a Genova documenti, dei quali qui più avanti si dirà con esattezza (alcuni sono conservati a palazzo San Giorgio), in cui in cui egli stesso si dichiara di circa diciannove anni, ed un altro in cui si dichiara "approssivamente" ventisettenne nel 1479. Nel suo stesso "Libro dei privilegi" si autodichiara genovese, come nel suo testamento redatto il 19 maggio 1506 (un solo giorno prima della sua morte).
Colombo stesso lasciò indizi ambigui sulla questione: la maggior parte degli storici -sulla base dei registri di nascita e della storia delle famiglie a lui correlate,nonché sulla base della mole dei documenti reperiti in Genova - ritiene comunque che fosse genovese. Egli però scriveva quasi esclusivamente in castigliano, dopo il suo trasferimento in Castiglia, sia nei documenti ufficiali che nelle lettere ai familiari,con un misto di parole in portoghese e in latino. Fatta eccezione per il suddetto "Libro dei privilegi" e per il suo testamento del 19 maggio 1506 , non si conoscono altri suoi scritti in cui egli apertamente si autodichiari genovese.
Non esistono del resto suoi scritti in lingua ligure o genovese, pare che avesse una pessima conoscenza della lingua volgare italiana, che certamente capiva, ma che scriveva con molte difficoltà . Esistono invece vari documenti di Colombo scritti in latino ed in greco e due piccole note a margine, da lui scritte, in italiano franco del Quattrocento (detto anche franchiotico o lingua gallica nella zona mediorientale) , con alcune parole castigliane in intermezzo.
Sono sorte anche diverse spiegazioni per questi "misteri" ed ambiguità : che avesse qualcosa da nascondere e avesse deliberatamente confuso le sue origini, ovvero che stesse facendo un doppio gioco tra il Portogallo e la Castiglia, o che, più semplicemente, fosse un avventuriero cosmopolita del suo tempo. Colombo potrebbe aver voluto nascondere il proprio passato probabilmente per non rivelare le origini umili della sua famiglia o per ragioni solo a lui conosciute, e mai ha affermato nei suoi scritti di essere italiano,dichiarando d'essere genovese esclusivamente, lo si è sopra detto,nel "Libro dei privilegi" e nel testamento.
Sull'origine genovese del grande navigatore non dovrebbero ormai esistere più dubbi da quando nel 1929 - a suggello dei documenti già reperiti in Genova - dagli archivi della Biblioteca turca del Topkapi d'Istanbul in cui era conservato, è stato pubblicato un lacerto - un terzo - della mappa geografica disegnata nel 1513 per il grande navigatore, esploratore e geografo ottomano Piri Reis.
La carta di Piri Reis è stata disegnata nel 1513 dall’ammiraglio ottomano omonimo. Vincitore di numerose battaglie navali, Piri Reis era considerato un esperto viaggiatore delle terre del Mediterraneo. Egli scrisse anche un celebre libro di navigazione, il “Kitabi Bahriyeâ€, che forniva una dettagliata descrizione delle acque mediterranee. Le fonti delle quali l’ammiraglio fece uso per compilare la carta provengono, con tutta probabilità , dalla Biblioteca Imperiale di Costantinopoli, alla quale l’ammiraglio aveva accesso facilitato; quelle fonti, però, non sono mai state ritrovate. La carta di Piri Reis, dipinta su pelle di gazzella, fu rinvenuta nel 1929 nel palazzo imperiale di Costantinopoli. Il vero e proprio mistero della carta sta nella raffigurazione della “topografia subglacialeâ€, l’esatto profilo della terra della regina Maud sotto la calotta polare. Questo profilo rimase completamente nascosto alla vista a partire dal 4000 a.C. fino al 1949, quando una spedizione scientifica britannico-svedese rivelò la prospezione completa con il metodo sismico a riflessione. Tutto ciò ci porta alla conclusione che le fonti grazie alle quali Reis compilò la mappa, consistessero a loro volta in copie di carte antichissime, compilate durante il retaggio da parte di un antichissimo popolo, oggi sconosciuto, vissuto prima (e in parte durante) l’ultima glaciazione.
La carta di Piri Reis non è comunque l’unica carta raffigurante l’Antartide nei dettagli; altri esempi sono: il mappamondo di Oronzio Fineo, le carte di Mercator, la carta di Buache e molte altre raffigurazioni impostate sulla rappresentazione tolemaica (e non). (vedi sull’argomento: Mappa di Piri Reis 1513 o anche su wikipedia in: Piri Reìs )
In essa, in caratteri turco-ottomani, una scritta, in particolare, dovrebbe aver messo la parola fine alla disputa. Essa infatti dice a riguardo del continente americano: «Amma söyle rivayet ederler kim "Cinevizden bir kâfir adina Qolonbo" derler imis, bu yerleri ol bulmustur», ovvero: «Ma si racconta che "un infedele di Genova di nome Colombo" ha scoperto questi paraggi». Se il nome fosse stato Colon, chi ha redatto la mappa non avrebbe avuto alcuna difficoltà a traslitterare "Qolon", anziché, come ha invece fatto, Qolonbo. Sull'autenticità della mappa nessuno studioso ha mai sollevato alcun dubbio. Si documenta che il nome di Colombo, nei suoi primi anni, mentre era in attesa del permesso per navigare "nelle Indie" della Castiglia, era scritto sui documenti ufficiali come "Colomo", apocope naturale in castigliano per Colombo, prima di divenire negli scritti Colón.
Di là da tutte le altre ipotesi di cui fin qui si è detto,è peraltro difficilmente contestabile l'imponente mole degli atti notarili, e di tutti gli altri documenti raccolti attraverso il vaglio di una seria ricerca storica, ormai accettati a tutt'oggi dai più accreditati studiosi in campo intenzionale, sul fatto che Cristoforo Colombo "scopritore delle Indie" («"Cristóbal Colón descubridór de las Yndias"») era lo stesso Cristoforo, figlio di Domenico e di Susanna Fontanarossa, nato a Genova nella casa in vico Diritto dell'Olivella nella quale i genitori abitavano tra il 26 agosto e il 30 ottobre 1451, ovvero nel periodo in cui egli nacque.
Per guardare,come sopra anticipato, con maggiore esattezza alla nascita di lui in Genova proprio tra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 vanno in effetti considerati particolarmente due documenti fondamentali. Il primo fu rinvenuto da Marcello Staglieno nell'Archivio di Stato in Genova (e da lui pubblicato nel "Giornale Ligustico", A.XIV, 1887,p.239, poi edito come estratto: Alcuni nuovi documenti intorno a Cristoforo Colombo ed alla sua famiglia, Reale Tipografia de' Sordo-Muti,1887).Si tratta di un documento in data Genova 31 ottobre 1470, negli atti del notaro Nicola Raggio (filza 2,anno 1470,n.905) nel quale Cristoforo Colombo,figlio di Domenico, dichiarava di avere un'età superiore ai 19 anni: non avendo ancora raggiunta la maggiore età ,ovvero i 25 anni,la sua data di nascita venne collocata tra il 1446 e il 1451.
Tuttavia nel 1904 un altro studioso, il generale Ugo Assereto, rinvenne nell'Archivio di Stato genovese un secondo,sempre fondamentale,documento (da lui pubblicato nel "Giornale Storico e Letterario della Liguria",La Spezia,1904,25ma,vol.5,pp.5-16),noto agli studiosi come "documento Assereto".In esso,in data Genova 25 agosto 1479 negli atti del notaro Gerolamo Ventimiglia (filza 2, n. 266), Cristoforo Colombo dichiarava di essere nato in Genova e di avere "approssivamente" l'età di 27 anni (tale documento è di estrema importanza anche perché quella sua pur breve presenza a Genova rimane l'ultima documentata; e soprattutto perché Cristoforo vi fornì dati biografici coincidenti con quelli,acclarati anche da quanti non lo vogliono nativo di Genova, relativi per l'appunto al futuro «Cristóbal Colón descubridór de las Yndias»: Cristoforo cioè precisò anche di avere soggiornato a Lisbona da più di un anno,di avere fatto un viaggio a Madera e di essere sul punto di tornare nella stessa Lisbona quale viaggiatore commerciale e quale cliente fiduciario al servizio di mercanti genovesi stabilitisi a Lisbona, quegli stessi Lodisio Centurione e Paolo Di Negro i cui eredi vennero poi ricordati da lui e dal figlio Diego nei loro testamenti, rispettivamente dei 1506 e 1523).
Per tornare alla sua nascita, sulla base dei due documenti rinvenuti da Staglieno e Assereto, essa deve collocarsi tra quel 26 agosto e quel 31 ottobre 1451, ovvero proprio nel periodo in cui - sulla base di un documento in data Genova 16 aprile 1451,conservato nell'Archivio di Stato genovese-Archivio Segreto,«Manuali Decretorum»,n.1,n.gen.734,c.418 T- il padre Domenico e la madre Susanna Fontanarossa già abitavano in una casa in vico Diritto dell'Olivella. In essa egli rimase per circa quattro anni. Lo si evince da un ulteriore documento del 18 gennaio 1455 (conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana - God. 9452, parte II, carta 219 T., «Estratto dal libro degli lnstrumenti del fu Giovanni Recco Notaio, c. 391»), nel quale si legge che immediatamente dopo tale data Domenico Colombo doveva trasferirsi con la propria famiglia in una nuova casa con giardino nel vico Diritto di Ponticello, fuori della porta di S. Andrea, dove a pianterreno aprì la sua bottega di tessitore (textor pannorum) nella quale visse il giovanissimo Cristoforo, non ancora quattrenne.Ovvero nella «casa di Colombo» di cui a tutt'oggi sono conservate le vestigia in quello che continua a essere chiamato vico Diritto di Ponticello, da cui si allontanò nel 1470 quando i genitori si trasferirono a Savona.
Da recenti studi, anch'essi pubblicati dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, si evince infine che la famiglia di Cristoforo era verosimilmente di origine spagnola, appartenente a un ceppo ebraico di ebrei conversi (o, come allora si diceva in Spagna, di "Marranos"): e che suo nonno Giovanni venne probabilmente dalla Spagna in Genova all'alba del XV secolo, per sfuggire alle persecuzioni cui anche i conversi venivano sottoposti. Lo dimostra, negli Archivi ecclesiali e in quelli di Stato consultati da attentissimi studiosi negli ultimi due secoli , la mancata presenza di qualsiasi documento su altri avi di Cristoforo: gli unici documenti sono infatti relativi a suo padre Domenico e a a suo nonno Giovanni.
A sinistra la firma di Colombo prima del 1492, a destra la firma da "Ammiraglio" al servizio della Corona di Castiglia.
br>In proposito, sono stati del resto attentamente studiati nell'ultimo trentennio ulteriori due aspetti: sia la profonda conoscenza della lingua spagnola da parte di Cristoforo, anche in date anteriori alla sua residenza in Spagna, sia la sua altrettanto profonda familiarità con le tradizioni ebraiche, inclusa la Kabbala. Tale familiarità emerge dall'unico volume completamente suo a noi giunto senza manipolazioni (dato che l'altro, il Diario di bordo, venne abbondantemente interpolato dal figlio Fernando). Si tratta del Libro de las profecÃas (in Nuova raccolta colombiana, vol. III, tomo I , Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1993; il volume è stato anche tradotto da William Melczer ed edito in Palermo, Novecento Editore, 1992).
Genova non hanno dubbi a rivendicare le radici locali del grande navigatore, considerato uno dei figli più prestigiosi. Che sarebbe testimoniata da copiosa documentazione raccolta nel tempo da studiosi del settore, primo fra tutti Paolo Emilio Taviani, uomo politico e storico.
Nel "De dictis fastisque memorabilibus, pubblicato per la prima volta a Milano nel 1509, si parla di un "Christophorus Columbus natione Genuensi" e genovese Colombo viene detto dai cronisti liguri suoi contemporanei: Antonio Gallo e Bartolomeo Senarega, nonché dal vescovo Agostino Giustiniani (elogio ad un genovese). Nel 1513 una carta in pergamena, disegnata dal turco Piri Reis, raffigurava le terre di "Antilya"scoperte da un infedele "Kolombo Genovese".
Francesco Guicciardini, nella sua "Storia d'Italia" del 1538, parla di un " Cristofano Colombo genovese". Joao de Barros, detto il Livio portoghese, nella sua opera De Asia (1552) scrisse "Come tutti concordano nell'affermare, Christòvao Colom era nativo di Genova.." Potremmo continuare a lungo con le citazioni, limitandoci ad ascoltare ancora due poeti e un filosofo. Torquato Tasso (1544-1595), nella Gerusalemme liberata, facendo profetizzare dalla fortuna il superamento delle colonne d'ercole, scriveva:"Un uom de la Liguria avrà ardimento - a l'incognito corso esporsi in prima.." e Lope de Vega (1562-1635) nel dramma "Nuevo Mundo descubierto por Cristòbal Colòn".
Altri famosi scrittori ed umanisti portoghesi come Damião de Góis, Garcia de Resende e João de Barros, nelle loro cronache ufficiali, hanno descritto Colombo come genovese. Il fatto che Colombo fosse stato suddito di Giovanni II per molti anni, come lui stesso afferma in uno scritto per la morte del sovranno portoghese, prima del suo trasferimento in Spagna, è la prova di quanto possano essere attendibili queste fonti, dal momento che in Portogallo l'esploratore venne conosciuto prima che negli altri paesi.
Nel maggio del 2006 Aldo Agosto, studioso già direttore dell'Archivio di Stato, ha raccolto - per presentarli ufficialmente in un convegno di studi a Valladolid - ben centodieci documenti notarili in buona parte inediti, frutto del lavoro di una ricerca durata molti anni, che testimoniano, in un albero genealogico che risale a ritroso per circa sette generazioni, le origini "genovesi" - e levantine - del navigatore. In particolare, la famiglia di Colombo - un cui bisnonno si chiamava Antonio - avrebbe abitato sulla riviera ligure di levante, in quello che oggi viene chiamato Golfo Paradiso, spostando la propria residenza con una certa frequenza (ad esempio tra Bogliasco e Sori), a seconda della conflittualità tra il partito dei Guelfi (cui i Colombo appartenevano) e quello dei Ghibellini, sulle cui liste di proscrizione il nome dei Colombo spesso figurò.
Lo studio del ricercatore Agosto mette un punto fermo anche su una rara suggestione espressa in passato: sarebbe da escludere che la famiglia Colombo potesse aver avuto origine da una comunità di conversi sefarditi.
GLI ARGOMENTI IN FAVORE DELLA NASCITA A GENOVA
Vi è la testimonianza di due storici genovesi contemporanei di CRISTOFORO COLOMBO, Bartolomeo Senarega e Antonio Gallo, che scrivono contemporaneamente alla scoperta del Nuovo Mondo; il primo, però, riporta quello che ha detto il Gallo, quindi non fa altro che copiare. Inoltre bisogna dire che la nascita di un grande personaggio storico, allora era più facile che fosse attribuita alla grande Genova piuttosto che a un piccolo paese. Vi sarebbero poi certi atti notarili che comproverebbero come all'epoca della nascita di CRISTOFORO COLOMBO, Domenico, suo padre, abitasse a Genova; poi certe parole scritte da CRISTOFORO COLOMBO stesso nell'atto di Maggiorasco da lui fondato.
GLI ARGOMENTI IN FAVORE DI TERRAROSSA DI MOCONESI
"Tra i paesi che hanno maggior diritto a presentarsi come origine della famiglia dell'Ammiraglio vi sono Quinto al mare e Terrarossa che è frazione del Comune di Moconesi sulla Valle di Fontanabuona a levante di Genova. Il ch. avv. Dondero avea già sostenuto questo ultimo punto nella sua storia di Fontanabuona e allora parve a tutti cosa strana ed inverosimile. Pure maggiori studi, una più profonda cognizione ottenuta intorno agli amici, i conoscenti, i compagni, i lavoranti del padre di Cristoforo conducono a credere che questa famiglia provenga dalla predetta Valle, siasi in seguito trasmigrata a Quinto, infine stabilitasi nella città di Genova avanti al 1489 quando comparisce il primo documento a noi noto di Domenico" (C. Desimoni). Prendiamo in esame come punto di partenza la dichiarazione di questo autore, cioè che la famiglia di Domenico Colombo proviene dalla Fontanabuona. Bisogna quindi conoscere l'epoca in cui la famiglia abitava nella valle e vedere se coincide con la nascita di CRISTOFORO COLOMBO La famiglia di Colombo non è fontanina, ma vi si stabilì nel secolo XV, non risultando da atti anteriori che nella valle si avessero famiglie Colombo. Nel XV secolo, in base ad certi documenti, si incontrano alcuni Colombo ma tra questi non vi è il padre di Cristoforo, Domenico; che però quest'ultimo abbia abitato in Fontanabuona lo provano frequenti relazioni con abitanti della valle ed alcuni documenti. Eccone alcuni: -1 aprile 1439: Pietro Verzio del fu Guglielmo, abitante della Fontanabuona, promette a Domenico Colombo, figlio di Giovanni, tessitore di panni, di affidargli per cinque anni come apprendista Antonio Leverone figlio del fu Lo disio da Ponte di Cicogna; -26 marzo 1451: Domenico Colombo del fu Giovanni compera una terra sita in Quarto da Paolino Moconesi da Monteghirfo del fu Antonio.
La testimonianza del Casoni , Annalista genovese, dice: "Gli ascendenti di Cristoforo, per quello si ha da scritture pubbliche, abitavano un luogo detto Terra Rossa, poco distante da Nervi, mediante una falda del monte Fasce, posta fra Moconesi e Fontanabuona che dà il nome alla Valle. Suo avolo fu Giovanni di Quinto, il quale viveva nel 1440. Il Padre si chiamò Domenico, ed era cittadino genovese abitante nella Parrocchia di San Stefano; la Madre Susanna Fontanarossa".
È noto poi come Domenico di Terrarossa nel 1445, Antonino Colombo di Moconesi fu Giovanni nel 1444, siano detti negli atti "abitatori della villa di Quinto": da ciò si desume che da Terrarossa o da Moconesi si trasferirono a Quinto. Il Giovanni Colombo nonno di Cristoforo non sembra che abbia mai abitato in Fontanabuona.
LUOGO DI NASCITA
È fuori dubbio che Domenico, padre di CRISTOFORO COLOMBO, tessitore di panni di lana, abitò a lungo la Fontanabuona ed è altrettanto certo che nel 1445 non l'abitava più. Domenico lasciò la valle presumibilmente alla morte di suo padre tra il 1440 e il 1444. Sappiamo la data certa in cui nacque CRISTOFORO COLOMBO, cioè il 1436-37, quindi potremo affermare che CRISTOFORO COLOMBO nacque dove abitava il capo famiglia all'epoca della sua nascita: in quell'epoca abitava in Fontanabuona.
TRADIZIONE IN FAVORE DI TERRAROSSA DI MOCONESI
L'Avvocato Dondero nello scrivere la sua Storia di Fontanabuona, in essa si fece sostenitore della nascita di CRISTOFORO COLOMBO a Terrarossa di Moconesi basandosi sulla tradizione sempre costante; fu una fortuna che raccogliesse questa memoria che, senza di lui, sembrava destinata a morire. L'impulso dato dall'istruzione aveva portato anche in valle l'uso dei libri, che affermavano che il navigatore fosse nato a Cogoleto; la nuova generazione, in base a quanto letto, metteva in dubbio le affermazioni dei vecchi che ripetevano quanto sentito dal nonno o dal bisnonno. Esiste ancora oggi la casa in cui nacque CRISTOFORO COLOMBO, che porta il nome di Casa dei Colombi, e si trova in un gruppo di case chiamato Terrarossa Superiore. Inoltre si indica il luogo dove esisteva il follo di Domenico Colombo per la follatura dei panni.
Secondo una tesi fontanina, un tempo chi avesse percorso la strada che da Gattorna porta a Ferrada, in località Terrarossa avrebbe incontrato una lapide, ora rimossa ma non distrutta, murata sulla sinistra sopra un edificio di modesta fattura che rivendicava il privilegio di essere stata la culla dei Colombo. Era un marmo che recava in alto un timone e un áncora incrociati, sotto vi era una scritta che diceva: "A Cristoforo Colombo - immortale suo figlio - Terra Rossa di Moconesi - in attestato - di gratitudine e di speranza - pose lì 8 7bre 1889". Secondo alcuni uomini di cultura del luogo, dato che in Liguria ci sono numerose Terrerosse, la lapide era stata posta per cancellare ogni dubbio.
La presenza, non la nascita, a Chios di Cristoforo Colombo è certa, egli soggiornò a Chios per più di un anno ospite nel 1474 all’età di circa venti anni, ospite da Angelo Giustiniani Banca, figlio di: Andreolo Banca (1385-1456), autore della storia in versi latini della guerra contro Venezia del 1431, amico del Papa Eugenio IV.
La tesi “Chiota†della nascita di Cristoforo Colombo, non sarebbe in ogni caso contraria alla sua genovesità , essendo Chios all’epoca (è già da un secolo) possedimento Genovese amministrato dalla Maona dei Giustiniani. Azzardato sarebbe dire che sia greco nel senso etimologico moderno.
La tesi è sostenuta in particolare dallo studioso Ruth G. Durlacher-Wolper (Christophoros Columbus: A Byzantine Prince from Chios, Greece. The New World Museum, San Salvador, Bahamas. 1982) , direttore del New World Museum di San Salvador.
La teoria della sua nascita nell’isola di Chios è una delle tante ipotesi che si rincorrono intorno al motivo per cui è documentata la presenza di Colombo nell'isola per circa due anni, quando il navigatore era poco più che ventenne.
Quel che è certo è che Chios ha rappresentato per Cristoforo Colombo la prima grande avventura in mare, la prima lunga navigazione, partendo da Savona il 25 maggio 1474 secondo alcuni storici, da Noli un anno prima secondo altri. A Chios Colombo era andato a cercare fortuna, a trovare una sua strada autonoma dagli affari di famiglia legati alla tessitura. E il commercio più redditizio del sito era quello del mastice. Ne parlò lo stesso navigatore nel suo giornale di bordo il 12 novembre 1492 quando, a Cuba, credette di aver trovato il lentisco, la pianta da cui si ricava la mastica: ma quanto alla resina del lentisco essa è di grande pregio poiché non se ne trova che nell’isola di Scio. Ove credo, se la memoria non mi inganna, che ne ricavino per un valore di 50.000 ducati.
Come abbiamo detto, Cristoforo Colombo nacque vicino a “terra rossa†o “campo rossoâ€, termine assai frequente nell’isola di Chios per indicare il tipico colore della terra.
Colombo sottolinea che il soggiorno nel Levante lo aveva ispirato in prima linea: attraverso le conversazioni con greci, ebrei e mori eruditi fu stimolato verso lo studio della cosmografia. Da questo momento in poi è sorta in me la curiosità di esplorare il mondo.
La firma di Colombo "Xro-Ferens" Christophoros è scritto in greco-latino o Bizantino e si firma scrivendo Chios con la “X†greca. Inoltre il nome di “Cape Maysi†a Cuba si usano le lettere greche di Alpha and Omega.
Altri intriganti elementi, ma non gli unici, sono il fatto che il navigatore conoscesse la produzione del mastice, esclusiva di Chios, e calcolasse le distanze percorse con una "misura segreta" di origine greca utilizzata, all'epoca, solo nell'Egeo.
Il figlio di Cristoforo Colombo, Ferdinando, scrive che proviene da una terra di marinai, ma che la sua famiglia di origine Genovese aveva una lunga storia nel commercio delle stoffe. Avevano vissuto a Genova e da li egli scrive al padre, ma anche nel testamento di Colombo non si fa menzione di una casa a Genova.
la marineria genovese di Chios era rinomata e riconosciuta fin dal XV secolo.
La teoria "greca" si lega a quella che afferma che Colombo in realtà fosse un principe bizantino (vedi in inglese: Cristoforo Colombo, fu un principe Bizantino? ). A Chios esiste il villaggio di Pyrgi che si dice un tempo si dice che gli abitanti chiamavano "Colombus" (KOLOMVOS). Sicuramente qualcuno del suo equipaggio nella prima spedizione verso l'America era Chiota. Lo stesso Colombo, cita molte volte nel suo giornale di bordo verso l’America l’isola di Chios, ricordiamo inoltre che non scriveva e parlava Italiano anche se a tal epoca non esisteva ancora una lingua nazionale come tale (diversi documenti in “The four Voyages of Columbusâ€. Hakluyt Society. London, 1930.)
L’indizio che fa pensare a Colombo come un principe bizantino è quello che negli scritti tra il figlio Ferdinando e lo spagnolo Bartolomeo Las Casas.
Di Cristoforo Colombo si conservano relativamente pochi documenti autografi; inoltre, se conveniamo con F. Streicher quando considera che i due punti davanti alla X e il nesso di questa X con l'abbreviazione indicano che la firma non è autentica, allora dovremo escludere i testi VI, XIII, XLIV, LIX e le annotazioni al "Ptolemeo" della Accademia della Storia di Madrid. In ogni caso, gran parte degli scritti colombiani, tra cui quelli di maggior spessore, sono giunti fino a noi grazie a copie che dobbiamo, nella stragrande maggioranza dei casi, alla penna di un'altra figura insigne: fra' Bartolomé de Las Casas. Questo fatto richiede un chiarimento. Las Casas e Diego Colombo, il primogenito, si conobbero alla Espanola, dove quest'ultimo era giunto come Ammiraglio nel 1509. Subito tra i due si stabilì una reciproca simpatia. Negli scritti dei due, si parla che Bartolomeo Las Casas "ha navigato con il mio parente Colon il giovane, il greco, il pirataâ€. Colon il giovane era membro di una delle più imporatni famiglie Bizantine, quella dei Palaeologi. Giorgio Palaeologus Disipatos e anche conosciuto come “Giorgio il Grecoâ€, tornato pirata dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453.
Credo che questa deduzione sia comunque falsa in quanto a partire dal 1475 un altro comandante di flotta si aggiunge alla guardia di Colombo: Gorge Paleologue, il quale era chiamato anche Colombo il Giovane. Il re francese Luigi XI nel 1473 aveva dovuto farlo arrestare per istruirlo a diventare il comandante della flotta francese (Roncière 1914, S. 377). Hernando Colón scrive che successivamente Cristoforo Colombo navigò„ per lungo tempo nella società di Colombo il Giovane “Questi fu nominato il ’Giovane’ per differenziarlo dal suo famigerato omonimo (Guillaume de Casenove) George Plaologue, che portava anche il soprannome di "Bissipato" o "il Greco“ nato dalla dinastia regnante bizantina dei Paleologi). Poiché si conoscono i discendenti dell’ultimo imperatore bizantino, egli proveniva da quella linea secondaria che apparteneva alla contea del Monferrato, a nord di Genova. Colombo il Giovane viene menzionato negli atti segreti veneziani spesso insieme a "omplices, colligati“ e "servidori“ , di quando in quando si parla anche di un certo Nicolò o Giovanni Gringo, altri due bizantini che allora si trovavano al servizio della Francia (Salvagnini, 1894, p. 176).
Colombo viene dal nome Colon, come usualmente si faceva chiamare Cristoforo Colombo. Questa provenienza spiega (per l’autore) anche perchè Colombo scriveva in Greco-latino (anche se, e questo lo dico io, era abbastanza usuale per i Genovesi di Chios scrivere in franchi otico: il greco con i caratteri latini).
Questi fatti sono le principali argomentazioni di Ruth G. Durlacher-Wolper per dimostrare l’identità greca di Cristoforo Colombo:
1) la firma di Colombo "Xpo-Ferens" (Christophoros), è in greco-latino (Bizantino).
2) Colombo scrive di Chios con la “X†greca (Xios)
3) Colombo rimarca l’angolo delle sue lettere con la lettera greca “X†per “Xios†o per “Xpo-Ferensâ€, il suo nome
4) Il nome dato da Colombo di “Cape Maysi†a Cuba e scritto con le lettere greche di "Alpha e Omega."
5) Colombo non ha mai chiesto agli “Italiani†navi o aiuto anche quando ne aveva bisogno e mai gli “Italiani†gli ne hanno dato.
6) Colombo non ha mai parlato o scritto in Italiano.
7) Colombo riportava a margine note in greco nel suo libro più caro “Imago Mundi†del Cardinale Pierre d'Ailly.
8) Colombo era chiamato appunto Genovese perchè Chios era un dominio Genovese
9) Colombo chiamava se stesso e firmava i documenti come: "Columbus de Terra Rubra" (Colombo della Terra Rossa), perché è rossa la terra della mastikora nel sud di Chios.
10) Colombo si appoggiava al Banco di San Giorgio come gli altri Chioti genovesi perchè: a) Chios era una colonia genovese, b) Chios era Genovese dal 1346
11) Colombo celava la sua vera identità perchè temeva di essere ucciso dai Turchi dopo la caduta di Costantinopoli (aggiungerei che erano Chioti i soldati genovesi al seguito di Giovanni Giustiniani Longo generale nella difesa di Bisanzio)
12) Colombo si presentava chiamandosi "Colon," e scriveva che aveva nagivato con parenti di sangue reale che avevano questo nome.
13) Colombo scrisse due “libri di calcoli†sulle misure geografiche di San Salvador. Colombo afferma che quello “vero“ era in greco, quello “falso†in latino. L’autore li mostra scritti in greco " affermando che era la sua lingua ufficiale.
14) Ferdinando Colombo suo figlio, non trovò traccia degli antenati del padre negli archivi di Genova e scrisse di non essere in grado di trovare la casa in cui viveva.
Personalmente credo che la tesi della nascita a Chios di Colombo sia un pò debole e vaga, non supportata da alcun documento tra I tanti che riguardano Colombo e quindi da ritenersi piuttosto leggendaria fino a quando qualche documento storico, attualmente inedito, non confermi questa teoria.
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